Nei programmi di tutela solo specie "carine"

Se Noè avesse dovuto costruire quest'anno un'arca avrebbe soltanto salvato le razze "carine", amate socialmente e quelle economicamente funzionali. Nell'arca  di Noè, oggi, non troverebbero posto altro che specie simpatiche e carine e verrebbero esclusi, condannandoli all’estinzione, animali brutti, poco conosciuti e per nulla attraenti. E' la tesi provocatoria di uno studio pubblicato su Biodiversity. La ricerca dimostra come le sovvenzioni e le indagini per promuovere la sopravvivenza della biodiversità riguardino esclusivamente specie a rischio

che sono "simpatiche" e familiari all'opinione pubblica mentre le categorie di animali meno note o piacevoli risultano tendenzialmente snobbate quando non muoiono nell'indifferenza. Insomma quando si parla di estinzione, il destino non e' uguale per tutti. Tra i privilegiati, il panda, i pinguini, l'orangotango che hanno il vantaggio di suscitare emozioni ed empatia e, soprattutto, di essere al centro dei riflettori ambientalisti mondiali. Sorte non condivisa da altri animali meno "affascinanti" ma, secondo quanto riportato dallo studio, altrettanto in pericolo come gli anfibi e gli invertebrati, preferiti ai grandi mammiferi che hanno comportamenti simili a quelli umani o caratteristiche maggiormente simpatetiche e affollano i manifesti ecologisti per diventare simboli di campagne che finiscono per entrare nell'immaginario collettivo delle specie da salvaguardare.

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