Enpa: animali in ospedale, necessarie precauzioni

La sentenza di un magistrato di Varese, che concede a un cane l’accesso in ospedale per far visita all’amato/riamato padrone ricoverato, riempie di speranza i volontari della Protezione Animali savonese, che da anni tentano di ottenerlo per i nosocomi della provincia.

Una decisione che avrà benefici terapeutici importanti per la salute e il morale dei pazienti; sono infatti numerosi i degenti che soffrono, non soltanto per il disagio fisico della loro condizione di malati ma anche per la separazione forzata dai loro animali.
Agli scettici ed agli pseudo-igienisti l’Enpa ricorda che cani, gatti e conigli di proprietà hanno raggiunto in questi anni elevati standard di salute e sicurezza, grazie ai molti veterinari per piccoli animali sempre più numerosi e qualificati; ben altri sono i veri pericoli per la salute dei pazienti degli ospedali, dalle cosiddette infezioni “ospedaliere” alle persone esterne che frequentano i parenti ricoverati o gli ambulatori.
Naturalmente dovrebbero essere rispettati alcuni adempimenti: per entrare in ospedale con “animali al seguito”, infatti, se ne dovrebbe fare richiesta al personale medico almeno 24 ore prima della visita, esibire il libretto che certifichi le vaccinazioni, l’assicurazione e l’iscrizione all’anagrafe canina per i cani, nonché un certificato di buona salute dell’animale redatto al massimo 15 giorni prima della visita.
Da molti anni l’Enpa savonese si batte per eliminare o attenuare i troppi e spesso immotivati divieti di accesso agli animali in spiagge, oasi pedonali, lungomare, parchi, ristoranti, alberghi, negozi, case di riposo e cura; e la battaglia per farli entrare negli ospedali, o nelle case di riposo al seguito dei proprietari anziani ricoverati, vista la mentalità ancora diffusa nella pubblica amministrazione, non sarà facile.

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