Rara aquila liberata da Forestale e università Palermo

É stato liberato, in una zona segreta dell’entroterra siciliano, un rarissimo esemplare di Aquila del Bonelli sequestrato lo scorso anno. L’esemplare era stato depredato da pulcino (pullus) in un nido di Campobello di Licata (AG) da soggetti legati ad una organizzazione di bracconieri e falconieri dediti al traffico illegale di rapaci.

L’attività di depredazione dei nidi è una delle forme di bracconaggio che, unitamente al deterioramento degli habitat naturali, costituisce una delle principali cause della rarefazione di specie animali ormai sull’orlo dell’estinzione. L’esemplare, nonostante avesse subito un parziale imprinting (addomesticamento dall’uomo) è stato riadattato alla vita selvatica e ha riacquisito l’autonomia predatoria grazie all’azione degli specialisti della Riserva Regionale del Lago di Vico (VT) e dell’associazione ORNIS Italica e, una volta munito di ricetrasmittente, è stato liberato in un’area segreta, per impedire che potesse essere recuperato dai bracconieri. “TURI”, così è stata chiamata l’aquila, è stato già osservato predare autonomamente nei primi giorni della liberazione e acquistare quota trovando riparo su una cengia rocciosa a circa 300 m s.l.m..
Si tratta del primo caso di rilascio in natura in Italia di un esemplare di una specie così rara, recuperato e riabilitato dopo l’imprinting da parte dell’uomo. Tutta la complessa e lunga operazione, unica nel suo genere, servirà anche a sperimentare ed ottimizzare un protocollo innovativo per le reintroduzioni in natura di fauna selvatica, soprattutto uccelli.

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