Martini, contro spese veterinarie in redditometro cittadini protestino

La decisione dell’Agenzia delle Entrate di far entrare le spese sostenute dalle famiglie per curare i pet nel redditometro, muove la politica. Il Sottosegretario Francesca Martini, interviene nella trasmissione radio 'Art. 32' di Gr Parlamento sul tema delle spese veterinarie inserite nel redditometro  e lancia una promessa-appello: Ho sollevato ilproblema. Mi auguro che l’Agenzia ascolterà i milioni di cittadini che stanno muovendosi e

sollecito chi vive direttamente problematica a scrivere ai giornali e alle Istituzioni per farsi sentire: io andrò avanti, ma ho bisogno del sostegno popolare

La decisione, è  "assolutamente inaccettabile - ha ribadito Martini - perché se è necessaria la lotta all'evasione, questa è da cercare nei settori dove avviene veramente. Oggi gli 8 milioni di famiglie che hanno un cane fanno fronte alla crisi con grandi sacrifici, ma nella convizione che la salute del proprio animale sia sacrosanta. Inoltre proteggerlo, dotarlo di microchip e curarlo in caso di malattia è un obbligo di legge e non un lusso".

"Ho avuto un chiarimento da parte dell'Agenzia delle entrate - ha proseguito Martini - in cui mi hanno prospettato l'idea che in realtà il redditometro non è legato a fattori di ricchezza, ma a beni di consumo del paniere oggi in Italia, e in questo paniere sono state inserite anche le spese veterinarie. Ma è scandaloso. Ho anche rilanciato dicendo che è inaccettabile che le cure per gli animali abbiano oggi un'Iva al 21%: tutte le spese mediche hanno un'Iva minima e anche per quelle veterinarie dovrebbe valere lo stesso, dato che sono spese sanitarie. Su questo c'è partita aperta, così come sull'abbassamento dei prezzi dei farmaci veterinari e sull'ipotesi di introdurre assicurazioni poco costose che coprano le spese per cani e gatti, come avviene in Inghilterra. Assicurazioni che per i meno abbienti, i disabili e i malati dovrebbero essere supportate dalle Regioni". Infine, dal sottosegretario arriva l'appello ad adottare "le migliaia di cani presenti nei canili italiani, che vengono consegnati sani, socializzati, microchippati, sterilizzati e pronti per entrare nelle nostre famiglie".

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