Aggressiva? Ai domiciliari.

Un’aggressione le è costata cara, tanto da costringerla agli arresti domiciliari, su ordine espresso del sindaco di Grosseto. Non sarebbe un fatto così anomalo, non fosse che il soggetto in questione è un cane, un meticcio femmina con tratti di un pitbull di tre anni. Spulciando tra gli atti emessi dall’amministrazione comunale, infatti, troviamo un’ordinanza firmata dal sindaco Emilio Bonifazi appositamente per l’animale e il suo

padrone, che adesso dovranno seguire delle vere e proprie norme restrittive. Non c’è riferimento ai fatti che hanno portato il primo cittadino a prendere quest’iniziativa. Ovvero, non è dato sapere se l’aggressione della femmina canina sia stata nei confronti di un suo simile o di una persona.

Fatto sta che Bonifazi ha preso il caso in mano, sulla base dell’ultima ordinanza ministeriale in fatto di cani a rischio, che a differenza di quella precedente non distingue i cani dalla razza per stabilirne la pericolosità ma bensì dal loro comportamento. Nella pratica, l’atto del sindaco prevede la verifica, attraverso degli accertamenti sul suo casellario giudiziario, dei requisiti del padrone per mantenere o meno la proprietà di quel cane. La normativa su cui si basa l’ordinanza è fatta da sette livelli, a cui adesso l’aggressore a quattro zampe e il suo padrone dovranno sottostare. In primis, il cane dovrà essere custodito in casa o comunque in un ambiente chiuso, con il permesso di qualche “libera uscita” per i propri bisogni, a patto che sia sempre tenuto al guinzaglio e munito di museruola. In aggiunta, l’accusata dovrà sottoporsi alla valutazione da parte di un veterinario esperto in comportamenti animali, in modo da trovare le giuste terapie per contenere l’aggressività.

Ma anche per il padrone non mancheranno i grattacapi dopo questa vicenda, partendo dall’obbligo previsto nell’ordinanza di stipulare nel minor tempo possibile una polizza assicurativa di responsabilità civile per danni contro terzi. A seguire per l’uomo è prevista anche la frequenza obbligatoria di un percorso formativo per la conduzione del proprio cane. Guinzaglio, museruola, ambiente chiuso, polizza assicurativa e corso obbligatorio: questi sono cinque dei sette livelli. Il sesto infatti prevede il passaggio dai domicialiari al carcere, ossia l’allontanamento del cane dal padrone per essere rinchiuso in canile, nel caso l’uomo non dia dimostrazione di essere in grado di gestire l’animale. Infine, la pena capitale: l’abbattimento del cane, qualora venga deciso che la sua aggressività mette in pericolo l’incolumità delle persone che lo accudiscono.

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