La svizzera spara ai gatti

Tempi duri per i gatti svizzeri che con sempre maggiore frequenza vengono abbandonati dai loro proprietari e che, se sono molto fortunati finiscono in una pensione oppure, diventano randagi con il rischio di finire impallinati dai cacciatori, che hanno licenza di sparargli.
Si possono uccidere i gatti randagi che si trovano a più di 180 metri dalle case. a confermare la licenza di caccia è stato il consiglio Federale elvetico che proprio in questi giorni ha respinto la petizione presentata il giugno scorso dall'Associazione "SOS CHATS",

in cui si chiedeva di mettere fine a questa pratica incivile, così come ha dichiarato il deputato cantonale  Luc Barthassat, sostenitore della petizione.
Questo tipo di pratica risulta particolarmente crudele perché molto spesso gli animali colpiti quando  non muoiono subito,  rimangano mutilati e poi  non di rado vengono abbattuti anche animali di proprietà difficilmente distinguibili da quelli selvatici.
Particolari anche le motivazioni del rifiuto di abolizione della caccia che se da una parte chiamano in causa la struttura federale del Paese, ricordando che proprio in base all’autonomia amministrativa ogni cantone ha la competenza per decidere in materia, dall'altra prendono in considerazione l'aspetto economico di una diversa gestione dei gatti. .  Le autorità elvetiche hanno dichiarato esserci la necessità di sfoltire delle colonie di gatti randagi, poiché questi accoppiandosi con i veri gatti selvatici metterebbero a rischio la loro sopravvivenza con la trasmissione di malattie. Il Bundesrat ha infatti ammesso che acchiappare i gatti randagi e poi sterilizzarli è un’operazione non solo difficile, ma anche estremamente costosa. La conseguenza automatica di questa ammissione è che una pallottola costa molto meno, oltre al fatto che a pagarla non sono le casse pubbliche, ma i privati possessori di un fucile In sostanza le autorità Il problema dei gatti abbandonati sta diventando in Svizzera sempre più allarmante, come ha sottolineato l’Associazione per la protezione degli animali (Sts), che ha rivelato come nel 2010 sono stati accolti nei vari asili oltre 28 mila animali, il 15% in più rispetto all’anno precedente, con un aumento impressionante del 50% rispetto al 2007.

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